Storie in viaggio 3

Per far partire alla grande il tuo viaggio devi scegliere bene due cose: dove parcheggiare, soprattutto, dove fare uno spuntino. E se oggi hai voglia di american breakfast ti consigliamo di dare un’occhiata qui.
 
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Ormai il mio ragazzo è perfettamente calato nel ruolo di chaperon dell’aeroporto e mi spiega quanto sia semplice, ora, passare i controlli. Ed io che pensavo ancora di dover togliere il pc dalla valigia! Beh, fortuna che questi controlli sono veloci, che il signor “sottuttoio” non lo sopporto più. Le scelte sono due: iniziare una nuova vita con l’uomo del Metal Detector o andare a mangiare qualcosa sperando che, a bocca piena, la smetta di spiegarmi il funzionamento di più o meno qualsiasi cosa. Scelgo il bar.

Ora, però, mi si presenta un nuovo dilemma, questa volta interiore. La mia profonda convinzione che il bar più lontano sia sempre il più buono. Mi preparo a marciare a passo deciso verso un punto non ben definito davanti a me, pronta esplorare l’universo aeroportuale fino ai suoi bar più remoti, quando sento odore di caffè. E di toast caldo. E di cioccolato. Mi giro e vicinissimo a me c’è un bar. Sarà una trappola? Non può essere così semplice. È troppo vicino, dov’è la fatica, dov’è quel senso di disorientamento di chi non sa se troverà mai un panino al prosciutto? Mentre me ne resto bloccata lì davanti divorata dal dubbio, vedo il mio ragazzo entrare allegro tipo galletto che zampetta nell’aia. Entro anch’io con fare circospetto e vado al bancone.